Rock'n'roll High School - ...nulla sarà più come prima!!

Tuesday, August 01, 2006

Due chiacchere con...

"L'inconfondibile profumo di se stessi e delle proprie idee..."
Non Voglio che Clara - 28 Luglio 2006

L'essere italiani, o meglio vivere la cultura italiana a 360 gradi, cosa ha tolto o portato nel vostro approccio alla musica di altrui parti e la vostra, cosa ha portato in voi negli anni e cosa non è riuscita ancora a soddisfare?
Noi siamo cresciuti con un background decisamente esterofilo ma non ho mai pensato di scrivere in inglese poichè tutte le mie esperienze con l'espressione, con la comunicazione, avvenivano con il filtro della lingua italiana. Anche i testi dei miei pezzi preferiti li dovevo tradurre in italiano per poterli comprendere, i libri che ho letto, salvo rari casi, erano in italiano, quindi è stato naturale per me esprimermi con la mia lingua. La lingua è probabilmente l'aspetto più evidente della cultura italiana all'interno della nostra musica, ma penso che senza aver vissuto in questi luoghi, con questa gente, la nostra musica sarebbe stata diversa. L'influenza che ha avuto è sempre stata la stessa, probabilmente è migliorata la mia capacità di analisi.

L'apparenza di un album non album come "Hotel Tivoli", e la convinzione ideologica di lavoro completo nella vostra ultima opera, molto più omogenea, compatta ma nello stesso tempo libertina, decisamente voluta, o meglio più voluta rispetto al passato, quali le differenze, le limitazioni e i pensieri sul ieri e l'oggi dal punto di vista discografico dei Non voglio che Clara?
La differenza principale l'hai sottolineata tu, "Hotel Tivoli" era un non-album, mentre per il nuovo lavoro siamo andati in studio con un progetto di disco più solido e coeso, siamo stati in studio per 6 mesi imparando moltissimo in corso d'opera, siamo cresciuti molto sia come musicisti che io come tecnico.

Luigi Tenco e i Smiths, Fabrizio de Andrè e Nick Drake, melodia e canto, letture di un suono leggero, penetrante, unicamente fuori dallo schema mediatico di tardo riconoscimento, parallelismi che aiutano, che fanno male, che fanno sorridere, che fanno piacere o....
Sono parallelismi esagerati. Probabilmente non valiamo una briciola di quella gente e credo pure che a volte possano diventare controproducenti. Se fossi un acquirente starei alla larga da un gruppo cosi descritto... troppo elevata la qualità dei riferimenti.

Lo spietato paragone con l'amato odiato festival di San Remo, le chiacchere sulla vostra dolcezza intuitiva, ed ora cosa diranno della vostra nuova collaborazione parziale con l'energetica ma alquanto normale Syria?
Rispetto a Syria l'ascoltatore mainstream dirà: "Belli questi 'Non penso che a Sonia', hanno fatto solo questa?". L'indierocker, invece dirà: " lo immaginavo, i Non voglio che Clara fanno cagare, lo dico dall'epoca del loro primo demo in cassetta, ascoltate i Fuckalea piuttosto, quelli spaccano!!!"

Un lavoro l'ultimo vostro, senza un titolo, senza un apparente riconoscimento semantico, un disco in stile prettamente d'esordio, privo di un omologazione temporale, creato sotto quale volontà, sotto quale decisione?
La scelta del titolo, o meglio del non titolo, è posteriore alla realizzazione del disco. L'illustrazione di Roberta Zaetta, l'ha in un certo senso reso superfluo. Questo disco rappresenta comunque un battesimo per molti aspetti, non ultimo quello della consapevolezza, poichè la pubblicazione di "Hotel Tivoli" e i consensi che ha ottenuto ci aveva colti di sorpresa.