Due chiacchere con...
"La rabbia malinconica del silenzio"
Perchè "Fine Before You Came", perchè l'esigenza di ricreare quelle atmosfere, perchè la volontà di far nascere un disco così vagamente diverso, un lavoro così lontano fortunatamente dalle ultime omologazioni sonore?
Fine Before You Came - 18 Luglio 2006
Perchè "Fine Before You Came", perchè l'esigenza di ricreare quelle atmosfere, perchè la volontà di far nascere un disco così vagamente diverso, un lavoro così lontano fortunatamente dalle ultime omologazioni sonore?
"Fine before you came" perchè è una frase dietr
o cui ci possono essere milioni di storie. Il racconto che abbiamo scritto è una di queste milioni, è drammatico, cupo, privo di qualsiasi tipo di speranza, non c'è riscatto, non c'è un lieto fine, forse non c'è nemmeno una fine. Aveva bisogno di quelle atmosfere, di quel mood vagamente dark e di una registrazione che non fosse di plastica ma il più diretta possibile, pochi effetti, poche sovraincisioni molta genuinità. Non volevamo fare un album diverso a tutti i costi, non siamo quel tipo gruppo che cerca di fare le cose strane per non assomigliare a nessuno, per non rischiare di cadere nel banale, ciò che ci interessa e ci è sempre interessato è che la musica che facciamo piaccia a noi 5, cerchiamo di metterci in discussione continuamente, vogliamo continuare a farlo. vogliamo cambiare costantemente album dopo album. non per cercare la formula giusta ma per coltivare ogni stimolo, ogni ispirazione che cambia col passare del tempo. Ogni disco è legato a un periodo della nostra vita e fortunatamente le nostre vite continuano a cambiare è così la nostra musica. Non credo che faremo mai un disco hip hop, ma chi può dirlo, la mia situazione è di straniero nella mia nazione.
New York e Milano, quali le differenze, quali le ambizioni, quali gli orizzonti, quali le diversità fra queste due metropoli che davanti alla loro similitudine, nascondono in superficie un profondo disagio di bellezza?
La scelta di New York è stata puramente casuale, non volevamo una città in particolare, volevamo una non città, un luogo qualunque che fosse affascinante nel suo squallore e in cui la presenza umana fosse solo appena percepibile, la città descritta nel corto non è New York, non è Milano è un luogo in cui le persone si passano accanto senza guardarsi, senza rivolgersi la parola, in cui il lavoro è un pretesto per non lasciarsi andare, la famiglia un contratto e la solitudine una costante.
Il live come punto di approccio con il pubblico, o come punto di massima estasi collettiva? Quali le vostre sensazioni in merito....
Il live è decisamente il momento in cui tutti e 5 ci sentiamo più vicini, il gruppo è un'isoletta felice e non uno scopo nella vita, ne abbiamo bisogno, se non ci fosse quello forse ci sarebbe il bricolage, lo stadio, la collezione di francobolli. ma per fortuna ora c'è il gruppo, finchè c'è il gruppo c'è speranza, e soprattutto finchè c'è il gruppo non c'è il bricolage. Come si fa a descrivere il live? E' un pò come se fosse una cerimonia, tutte le volte per celebrare quello che abbiamo costruito insieme, come se tutte le volte ci sposassimo davanti a qualche invitato, forse non sono stato molto chiaro, però è un bel momento il più delle volte.
Cosa dire invece di "I Was Fine Before You Came", quale il modo migliore per inoltrarlo alla lettura di un pubblico che ancora non è riuscito a rincorrerlo, a prenderlo visivamente?
Il cortometraggio è solo ispirato alla storia e alla musica, non vuole raccontare ma solo evocare è stato girato da Antonio Rovaldi, un amico video artista che si è per la prima volta messo alla prova con qualcosa di musicato, lo abbiamo montato insieme dopo averne composto la colonna sonora, quando lo abbiamo finito Antonio lo ha proiettato in una galleria d'arte a Milano e tutte le persone che lo hanno visto lo hanno trovato molto triste e hanno recepito un forte sentimento di solitudine. Eravamo molto contenti e vorremmo che il video e il disco vivessero di vita propria ma che insieme formassero una nuova sinergia piena di significati che possono cambiare a seconda dello spettatore/ascoltatore. Come abbiamo detto più volte non ci piace l'idea del video musicale perchè intrappola una canzone in una serie di immagini che non sempre possono andare d'accordo con l'immaginario di chi la ascolta. Solo in pochi riescono a fare dei video davvero commoventi ed evocativi senza essere troppo entranti, mi vengono in mente solo i Sigur Ros.
La tristezza come livello sociale assestante, tristezza ripercorsa nel vostro dna attraverso le noti liete e disturbate lodevolmente di un suono acre, viscido, ai limiti della decadenza, questa la vostra forma di vitalità musicale e cosa altro?
Non siamo persone tristi, anzi direi il contrario, siamo 5 cazzoni a cui piace scherzare, abbiamo tutte le nostre gag e ridiamo davvero un sacco, siamo insieme da più di 7 anni e la cosa che ci ha tenuto insieme più di tutte è certamente il senso dell'umorismo, ci stiamo tutti molto simpatici, oltre chiaramente a volerci un gran bene. E' la prima volta che facciamo un disco triste, in genere eravamo malinconici ma con una buona dose di ironia, ultimamente le persone che ci vedono suonare dicono che non siamo affatto divertenti, ma siamo emozionanti, questa è una cosa bellissima, non cerchiamo la tristezza a tutti i costi, semplicemente è quello che ci viene naturale in questo momento. Direi che più che di tristezza e cupezza sia giusto parlare di teatralità e drammaticità, ci piace l'idea che le canzoni raccontino storie universali in cui chiunque può immedesimarsi, la tristezza è sicuramente il sentimento che più facilmente contagia. ma ti ripeto, siamo tutt'altro che persone tristi è che molto probabilmente se ci mettessimo a fare cose allegre finiremmo per diventare una sorta di Elio e le Storie Tese, perchè non abbiamo assolutamente mezze misure.

New York e Milano, quali le differenze, quali le ambizioni, quali gli orizzonti, quali le diversità fra queste due metropoli che davanti alla loro similitudine, nascondono in superficie un profondo disagio di bellezza?
La scelta di New York è stata puramente casuale, non volevamo una città in particolare, volevamo una non città, un luogo qualunque che fosse affascinante nel suo squallore e in cui la presenza umana fosse solo appena percepibile, la città descritta nel corto non è New York, non è Milano è un luogo in cui le persone si passano accanto senza guardarsi, senza rivolgersi la parola, in cui il lavoro è un pretesto per non lasciarsi andare, la famiglia un contratto e la solitudine una costante.
Il live come punto di approccio con il pubblico, o come punto di massima estasi collettiva? Quali le vostre sensazioni in merito....
Il live è decisamente il momento in cui tutti e 5 ci sentiamo più vicini, il gruppo è un'isoletta felice e non uno scopo nella vita, ne abbiamo bisogno, se non ci fosse quello forse ci sarebbe il bricolage, lo stadio, la collezione di francobolli. ma per fortuna ora c'è il gruppo, finchè c'è il gruppo c'è speranza, e soprattutto finchè c'è il gruppo non c'è il bricolage. Come si fa a descrivere il live? E' un pò come se fosse una cerimonia, tutte le volte per celebrare quello che abbiamo costruito insieme, come se tutte le volte ci sposassimo davanti a qualche invitato, forse non sono stato molto chiaro, però è un bel momento il più delle volte.
Cosa dire invece di "I Was Fine Before You Came", quale il modo migliore per inoltrarlo alla lettura di un pubblico che ancora non è riuscito a rincorrerlo, a prenderlo visivamente?
Il cortometraggio è solo ispirato alla storia e alla musica, non vuole raccontare ma solo evocare è stato girato da Antonio Rovaldi, un amico video artista che si è per la prima volta messo alla prova con qualcosa di musicato, lo abbiamo montato insieme dopo averne composto la colonna sonora, quando lo abbiamo finito Antonio lo ha proiettato in una galleria d'arte a Milano e tutte le persone che lo hanno visto lo hanno trovato molto triste e hanno recepito un forte sentimento di solitudine. Eravamo molto contenti e vorremmo che il video e il disco vivessero di vita propria ma che insieme formassero una nuova sinergia piena di significati che possono cambiare a seconda dello spettatore/ascoltatore. Come abbiamo detto più volte non ci piace l'idea del video musicale perchè intrappola una canzone in una serie di immagini che non sempre possono andare d'accordo con l'immaginario di chi la ascolta. Solo in pochi riescono a fare dei video davvero commoventi ed evocativi senza essere troppo entranti, mi vengono in mente solo i Sigur Ros.
La tristezza come livello sociale assestante, tristezza ripercorsa nel vostro dna attraverso le noti liete e disturbate lodevolmente di un suono acre, viscido, ai limiti della decadenza, questa la vostra forma di vitalità musicale e cosa altro?
Non siamo persone tristi, anzi direi il contrario, siamo 5 cazzoni a cui piace scherzare, abbiamo tutte le nostre gag e ridiamo davvero un sacco, siamo insieme da più di 7 anni e la cosa che ci ha tenuto insieme più di tutte è certamente il senso dell'umorismo, ci stiamo tutti molto simpatici, oltre chiaramente a volerci un gran bene. E' la prima volta che facciamo un disco triste, in genere eravamo malinconici ma con una buona dose di ironia, ultimamente le persone che ci vedono suonare dicono che non siamo affatto divertenti, ma siamo emozionanti, questa è una cosa bellissima, non cerchiamo la tristezza a tutti i costi, semplicemente è quello che ci viene naturale in questo momento. Direi che più che di tristezza e cupezza sia giusto parlare di teatralità e drammaticità, ci piace l'idea che le canzoni raccontino storie universali in cui chiunque può immedesimarsi, la tristezza è sicuramente il sentimento che più facilmente contagia. ma ti ripeto, siamo tutt'altro che persone tristi è che molto probabilmente se ci mettessimo a fare cose allegre finiremmo per diventare una sorta di Elio e le Storie Tese, perchè non abbiamo assolutamente mezze misure.
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