Rock'n'roll High School - ...nulla sarà più come prima!!

Tuesday, January 09, 2007

Due chiacchere con...

"La magia unica della circense voglia di genialità"
Isobel - 21 Dicembre 2006

Prima domanda quasi a bruciapelo, istintiva, neo classica, forse banalmente banale, perché "Fioca?", e sopratutto perché con il punto interrogativo?
D: “Fioca” significa “neve” o anche “nevica” in dialetto piemontese. Lo scorso inverno siamo rimasti bloccati una notte intera a causa della neve mentre stavamo tentando di raggiungere un posto per suonare. Nello stesso periodo alcuni concerti sono saltati all’ultimo, sempre per la neve. Neve. Neve ovunque, sempre. E’ decisamente entrata a far parte del nostro “immaginario”.
L: Indubbiamente la neve, che come ha già spiegato Danilo ci ha segnati non poco. Poi una luce fioca, per chi ama i piccoli locali bui. O una luce fioca in lontananza, perché non sai bene che cosa c'è. Il punto interrogativo perché ci suonava bene. Perché è tempo di punti interrogativi. E perché le 5 canzoni rispondono: no!

Più musicalmente parlando "Fioca?" sembra il cerchio perfetto di una storia, di un racconto volutamente finito come nessuno si aspettava, quali le vostre idee sulla lunga distanza nei confronti di questo vostro lavoro?
A: Sono contenta che "Fioca?" ti comunichi in qualche modo una certa compiutezza (ps: cerchio perfetto?!... qui c'é lo zampino di Tino Paratore...). Molti parlano di questo ep come qualcosa di troppo breve, per noi invece era la giusta espressione, forse l'unica, per dare voce alle nostre esigenze espressive e musicali del momento. ...e poi per mettere in stampa 5 pezzi ci abbiamo messo un anno e mezzo... io non avrei retto più a lungo di così...;)
L: Quei 5 pezzi. Molti altri li abbiamo buttati, magari dopo averli provati una sera intera o anche di più. Però dopo l’ep con 3 pezzi ci stava bene… chissà che il prossimo non ne abbia 7, oppure 3+5=8, o 3x5=15, o 5-3=2 in uno split con qualche gruppo amico, così si torna al caro vecchio vinile che ci piace tanto, oppure 3-5=-2 che è un casino ma si può studiare qualcosa insomma.

Vedendo le vostre tante date in giro per l'italia, quanto incide e quanto è importante oggi il fattore "live" nella vostra esistenza sonora"
A: In realtà, e penso di parlare a nome di tutti, di date ne faremmo molte di più se i tempi di lavoro ce lo permettessero. E' una delle situazioni in cui ci esprimiamo al meglio, nonostante la nostra timidezza!

"Canavese, Ivrea, Piemonte. Provincia pura.", ovvero l'essenza stessa della purezza umana ed intellettuale, il vero circolo vizioso della vita sonora nostrana...quanto e in che modo hanno inciso questi luoghi nel vostro modo di intendere e realizzare musica?
A: Crescere in provincia ti segna, ti marchia a fuoco. Ora abito in città e qui tutto va più veloce. Della provincia conosco i lunghi interminabili tempi morti da riempire con libri, film e dischi che arrivano sempre dopo, e che non sempre arrivano (!), e gli occhi indiscreti del vicino. Alla fine ti ritrovi quindicenne con un basso in mano e non ti resta che suonare!
D: In provincia ogni cosa diventa difficile e questa difficoltà ci aiuta ad amare di più quello che facciamo. Il Canavese, citando un amico, “è uno stato mentale”. Tutto è lontano da qui (altra citazione, chi la indovina?). Se fai qualcosa, anche di banale come spostarti per andare a vedere un concerto, è perché ne vale la pena, perché lo desideri. Stare qui significa non fare le cose tanto per farle ma perché realmente ti danno qualcosa.
L: Affranti!

Quando si parla di underground, scena indipendente, e via passando, cosa vi viene in mente, dove e in che modo vi sentite trasportati....?
D: Non saprei bene come risponderti. La realtà è che la nostra sala prove è nella cantina di una cascina, underground è la cantina forse…

Un rapporto quasi amoroso con la storica Smartz records, label indipendente piemonte, quando e in che modo iniziò questo rapporto, e come prosegue attualmente sotto tutti i punti di vista?
L: E’ facile: Probabilmente non hai collegato il fatto che Lele di Smartz e Lele degli Isobel sono la stessa persona, e quindi il resto puoi immaginarlo da te. In questo senso i nostri dischi sono completamente autoprodotti, ma con l’aiuto indispensabile di molti amici!

Ed infine, cosa rimane oggi fra il vento nei capelli di band appartenute unicamente a voi come Kirsch e Bellicosi? Non vi mancano in qualche sottil modo?
A: Dei Kirsch mi rimangono bellissimi ricordi, era un periodo esplosivo per me ma era anche una fase ancora acerba sia musicalmente, che a livello personale (avevo diciassette anni); oltre ai bei ricordi però mi rimangono Lele e Franco in carne e ossa con cui suono ancora, e questo mi sembra incredibile! ciao e grazie! Anto.
D: Quali capelli? Ciao e grazie! Danilo.
L: Eheheh, infatti! Capelli??? Qualche anno dopo i Kirsch per me ci sono stati i BelliCosi, e senza di loro io probabilmente non sarei ancora qui con tutta sta voglia di fare casino a trentanni suonati. Salutiamo i BelliCosi e consigliamo a tutti i lettori di Poppers la musica de I treni all’Alba (Sabino e Felice dei BC + due loschi individui aostani su cui è meglio non dilungarsi - soprattutto su quello capellone ^_^) che tra l’altro usciranno presto con il nuovo, primo, attesissimo, super, issimo, full lenght! Oh, ovviamente ascoltatevi anche il nostro disco eh!